Tra pochi minuti devo scappare. Scappare dalla segreta quiete
domestica per immergermi nel grigiore, interpretare il ruolo del grigio mediocre lavoratore che esce di casa col suo cappello, lo depone e quasi lo dimentica e poi nuovamente lo riprende dopo ore di monotona inesistenza. Quell’uomo col cappello sono io. Tra tante personcine delicate e indaffarate che se t’incrociano non ti vedono, che fanno tenerezza nel loro squallore così ordinario, nel loro usuale modo di far parte di un ingranaggio automatizzato che non riescono nemmeno a vedere, loro piccole rotelle di un congegno indecifrabile…
Nessun commento:
Posta un commento