giovedì 8 maggio 2008

appunti sparsi,foglietti stropicciati...

I
Ovviamente non so perché sono qui. Se lo sapessi sarei Dio. E non lo sono. O se lo sono nessuno me l’ha detto. Sono una persona piccola piccola seduta sul muretto che delimita il mondo, con, alle spalle, l’umanità tutta intera e, davanti, l’ignoto così grande che mi fa sentire così piccolo ma, non per questo, poco prezioso. E’ da questa postazione che spesso mi fermo a riflettere, con davanti agli occhi un infinito silenzio, una quiete sovrumana. Un silenzio e una quiete sconosciuti all’umanità. E mi perdo con lo sguardo, l’animo e il pensiero, mentre volgo le spalle all’umanità intera. Certo dopo un tempo non stimabile qualche schiamazzo o una buona dose di confusione o qualche bassa necessità terrena mi ricordano che non distante dalla mia schiena c’è un mare di grigiore in attesa di fagocitarmi. E, ahimé, devo rituffarmi nel piccolissimo mare grigiastro, tra tutte le vostre esistenze di zombies anestetizzati. Già. Sino alla prossima evasione. Sino alla prossima volta in cui libererò l’animo e lo sguardo nell’infinito.


II
Spiaggia,steso col naso all’insù. Per un attimo una nuvola si frappone fra me e il sole consentendomi di aprire gli occhi. Mi si apre il sipario, cielo terso d’un turchese cristallino che sfuma a tratti sul bianco, a tratti sul grigio chiaro.
Immagino la mia ascensione, il cielo mi chiama e comincio a salire, come richiamato da un’esalazione divina, il mio corpo, disteso supino, fluttua e questa scena annulla ogni cosa nel raggio di chilometri.
Continuo a salire, lento e sinuoso, senza peso, composto, con solenne immobilità, richiamato, bramato, inalato dall’azzurro che è il colore della volontà di Dio.
Non so quanto tempo sia trascorso per voi rimasti laggiù.
Il sole ricompare e devo chiudere gli occhi. Giù il sipario. La mia ascensione si interrompe. Tra l’indifferenza di tutti.

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