...Senia e Lara, le uniche mie amiche. Poi, vabbè, c’è Micky, ma lei è un’altra cosa. Senia ha 23 anni, uno e settanta, cinquantottoeseicento, lunghi capelli color miele che scendono ai due lati lasciando intravedere al centro un’impercettibile righina di separazione, il viso leggermente troppo rotondeggiante, gli occhi molto grandi, d’un verde chiaro e cristallino, dalla forma lievemente a mandorla, sopracciglia sottili dello stesso colore dei capelli, nasino delicato e pressoché perfetto, labbra, appena più larghe e carnose della norma, discretamente sensuali ma che non concedono niente alla volgarità. Fa la commessa in una profumeria del centro e, come dice lei, si trova in procinto di balzare dalla parte del mondo adulto ma, per sua stessa definizione, è un perenne camminare in quella linea di confine, e di fare quel balzo, per ora, non se ne parla. Lara ha diciotto anni, uno e sessantacinque, cinquantunoequattrocento, capelli neri, lunghi e mossi da grossi ricci, viso piccolino su cui si stagliano degli occhi leggermente grandi, considerate le proporzioni del resto del viso, grandi e tondi ma soprattutto neri. Un nero così nero, lucido, profondo e insondabile, neri specchi che riflettono qualcosa di troppo grande, qualcosa che se anche ti sforzi non riesci a nominare, identificare. Quegli occhi ti spiazzano quando li vedi per la prima volta, è come osservare la superficie del mare in piena notte, un nero che cela un mondo che puoi solo cercare d’immaginare, senza riuscirci, perché ciò che immagini proviene dalla tua mente, non da quella che c’è dietro quegli specchi. Lara vive con i suoi e studia lettere classiche. E visto che siamo in vena d’informazioni anagrafiche io, la vostra adorata Cry, la più bella diciannovenne del mondo: a diciassette anni ho dovuto far fronte alla scomparsa della mia famigliola, incidente stradale che in un solo istante ha cancellato dalla terra e dalla mia esistenza i miei genitori e mia sorellina Nicoletta. Per i primi tempi sono stata affidata a mia zia Clara, mi sono dovuta trasferire a casa sua ma mi sono comportata come una cavallina selvaggia imbizzarrita, questo per alcuni mesi. Avevo voglia di solitudine, ne ho combinate di tutti i colori, ho preso a calci mia nonna, ho ingoiato una scatola intera di sonniferi, sino a quando zia Clara si è arresa ed è riuscita, tramite un programma di recupero minorile, a farmi assegnare un monolocale e un piccolo assegno mensile. Ho dovuto subire alcuni noiosi colloqui, con una psicologa e un’assistente sociale, ma la mia voglia di solitudine e distacco dal mondo finalmente aveva trovato una piccola nicchia al dodicesimo.
4 commenti:
...Ma Senia...sono io!
e laRa chi è ? . . .ma sono cosi neri . .quegli occhi ? . . ...
cRedo di sapeRlo .. ..eheheheheh
La nonna a calci,N O !!!!!
(non l'avevo letto prima).
E'imperdonabile.
..la adoro...chiunque sia
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