domenica 27 giugno 2010

penso che l’amore, così come la morte, venga dal profondo di noi. il primo a volte lo indirizziamo verso qualche persona, ma è dal fondo del nostro pozzo interiore che lo attingiamo. la maggior parte delle persone è piuttosto sterile, il loro pozzo alquanto assetato. non parlo della capacità di voler bene ad un’altra persona ma dell’inestimabile, grande amore romantico, quello così magico e inattaccabile, quello che somiglia al sogno adolescenziale, però baciato da una concretezza adulta, da una preziosità ultraterrena. se non lo conoscessi personalmente, sicuramente dubiterei della sua esistenza. parole da innamorato scritte da chi innamorato non è. per questo sono ancora più credibili. se le leggessi scritte da qualche altra mano, diversa dalla mia, probabilmente sarei dubbioso. ma io conosco bene il fondo del mio pozzo, voi siete liberi di dubitare, sghignazzare, burlarvi di queste parole così impalpabili. la verità, forse, è che questo mio credere nell’amore romantico-infinito è la sintesi del mio sentirmi diverso. mai e poi mai vorrei che un innamorato si rispecchiasse in queste parole, dio me ne scampi! probabilmente sarò frainteso, e qui vien fuori un distillato di pura, onestissima umiltà: sarò frainteso perché non so scrivere. qui viene a galla la mia concezione di quello che dev’essere un grande scrittore, ma questa è un’altra storia. amen.

3 commenti:

Back ha detto...

Andiamo in pace... ora????

Anonimo ha detto...

ilbattelloebbroSempreUnNodoAlloStomacoIndissolubile ...
eccolo qui il distllato di essenza di cactus ...

una carezza delicata a sfiorare quelle bellissime mani ...

-hypomnémata- ha detto...

Infatti mica ho capito io eheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheh ^^ .
ps= Uhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh bello il tuo nuovo look :P (leggila con uno tono da Oca di Campidolio).