giovedì 1 luglio 2010

notte calda e sudata. poco fa qualcosa mi ha fatto pensare. una persona tremava di paura, soffriva per qualcosa di assolutamente inesistente e intangibile, qualcosa che esisteva solo nella sua mente. quella persona soffriva, si vedeva, la sua sofferenza era ben visibile nel suo sguardo, nelle sue parole, nei suoi tremori. però non c’era niente di reale che la facesse soffrire. dunque la sofferenza era una sua idea.non sono le cose in sé a farci soffrire bensì l’idea che noi ci siamo fatti di quelle medesime cose. finalmente la musichetta ballabile di qualche vicina festicciola paesana si è spenta. ora sento l’infernale frastuono che fanno gli aironi. ebbene sì, dal balcone del mio posto di lavoro posso vedere, oltre alla luna, anche gli aironi cenerini. fanno un tremendo baccano di notte, come un concerto di un coro vocale di rospi grandi come mucche. chissà se quando fanno così stanno facendo l’amore, litigando, giocando o semplicemente conversando amabilmente. mentre ero sul balcone ho immaginato che una persona, visto che si trattava di una mia fantasia ho pensato ad una bellissima ragazza, mi si avvicinasse con garbo per condividere lo stralcio di notte che avevamo davanti. “posso?” . considerata la bellezza della ragazza la risposta possibile poteva essere una sola “sì, certo, prego…”. fosse stata brutta, la risposta sarebbe dipesa dalla mia, più o meno forte, momentanea tendenza alla solitudine. “a cosa pensavi?”. “alla sofferenza, al fatto che spesso le cose che ci fanno soffrire non esistono ma la sofferenza è una conseguenza della nostra visione delle cose”. balle! in realtà, poco prima che la ragazza si avvicinasse, non pensavo ad un bel nulla, fissavo beatamente il cielo grigio-pesante senza nubi. ma quando ci chiedono a cosa pensiamo, spesso tendiamo a dare risposte più eleganti o, perlomeno, più condivisibili di quella che è la verità. se avessi risposto “ a niente, guardo il cielo senza curarmi di ciò che penso” forse sarei sembrato un po’ sgarbato, o forse un po’ deficiente. circa i nostri pensieri, riusciamo ad essere totalmente sinceri solo con un’ipotetica materializzazione del nostro Io. ma avendo accanto la materializzazione del nostro Io probabilmente le parole sarebbero superflue, lui (o lei) saprebbe benissimo a cosa pensiamo. lei, la ragazza “che silenzio, che pace… si sta benissimo…” io “questione di punti di vista: silenzio e pace, in questa medesima notte, per qualcun altro potrebbero essere sinonimi di “che noia, che palle”, se ora trasportassimo qui un ragazzo che si sta dimenando in qualche discoteca della riviera romagnola probabilmente penserebbe che questo è l’inferno; l’inferno è una conseguenza della nostra visione delle cose eheheheheh”. accenna un sorriso “hai ragione, se ora fossi trasportata nel bel mezzo di una pista di una discoteca penserei di essere capitata all’inferno”. io “ in effetti trovarsi qui con me, su questo balcone, dev’essere per te una sensazione celestiale. devi sapere che in realtà io sono un angelo… o uno svitato…” lei “ preferirei fossi un angelo ma la ragione mi consiglia di pensare che è più facile che tu sia una svitato; chissà perché la ragione spesso è così poco bizzarra e immaginosa”. io “la ragione la cresciamo, la educhiamo noi: siamo noi che troppo spesso la facciamo crescere in un ambiente recintato, restrittivo; un bambino che cresce in una famiglia dalla mentalità rigida è probabile che divenga una persona dalla mentalità rigida”. un’ombra di tristezza le vela il viso “vorrei che fossi cresciuta in un ambiente più aperto… tu forse hai avuto questa fortuna…” io “ sono un angelo e mi è toccato crescere in una famiglia normale, gli spazi del paradiso, in fatto di apertura, non possono certo competere con gli spazi terreni… … ti va di fare due passi?” ci alziamo quasi contemporaneamente.

vi saluto, vado a fare due passi con la mia fantasia eheheheheh.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

mmmm ... ma a quell'ora non ci vuole un golfino per stare sul balcone?
guarda che è fresco, si gelano sempre i pensieri nei momenti speciali ... :)

Un sorriso... e buona passeggiata.

-hypomnémata- ha detto...

... e poi poi poi??? Perché hai smetto di scrivere?!?!?! Voglio sapere come continua...