sabato 1 gennaio 2011

l’albergo dell’ultramezzanotte
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la dissomiglianza s’incendia di notte
si aprono le porte
dell’albergo dell’ultramezzanotte
.
lontane le danze e le arroganze
sciolta l’alleanza tra luce
e frotte di persone
inizia la romanza
delle anime malridotte
.
corrotte energie
nella solitudine che seduce
apre i battenti
il rifugio dell’infelice
parentesi desueta
locanda di lontane vite interrotte
.

tra le erbacce giace
il ricordo dell’ultima donna
sensuale ballava solitaria
un caschetto nero e illegale
doloroso e clandestino
.
non c’è il grido di un bambino
nell’albergo dell’ultramezzanotte

l’ora del risveglio è così distante
ci si sente soli
come un istante
nel mare dei secoli più oscuri
.

infuria la febbre e la poesia
ci si vorrebbe rifugiare
nell’unica coperta calda
fatta di amnesia
.
si sognano cianuri
si dimentica ogni frenesia
.

si aprono i battenti
dell’albergo dell’ultramezzanotte
.
.

l’importanza delle parole
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il sole è così lontano
il miele corrode dall’interno
il tuo è il volto di un angelo
caduto nell’inferno
.
le mie difese
mi rendono feribile
ed io sogno di farmi male
ferirmi e cospargermi di sale
.
è diverso il mio modo di sentire
mettiti in ginocchio
e fingi di capire
muoia chi arriva a leggere
le ultime parole
brucia il libro
e annulla le sofferenze
non ci saranno ombre a soffocare
le amichevoli occhiate
prendi quello che ti arriva
prendi quello che sospira
le inutili offesedivoreranno i nostri abbracci
.
.
insalubre orrore
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inutili orribili fantastorie
degrado della mente
rettifiche ostentate
stupidamente
.
parole messe in riga
così male
troppo lucidamente
.

respingi le paure
trattieni solamente
ogni bugia salata
ogni pensiero nato crudelmente
inaspettatamente
.

e ti ritrovi a tagliuzzare
minuscole fiammelle
di carne inanimata
di foglie scheletrite
di vita inascoltata
.
sprofondati
affondati
.

rileggi le tue amare conclusioni
trafiggi le tue ottuse
decisioni
abbassa le opinioni
dipingi con la faccia
le tue malevole declinazioni
.

sprofondati
affondati
.

digrigna gli ingranaggi
del pensiero
sei nato nel segno dell’errore
convivi con l’abisso
del tuo disonesto
insalubre orrore
.

nessuno scoverà
i tuoi tipici risvolti
le celate antipatie
gli amori
gli odi ormai sepolti
.
sei nato nell’errore
ascolta le lesioni
accarezza con la lingua
ogni sapore insanguinato
.
sei nato nell’errore
sei un perfetto e lucidomalato
.
.
non siamo statue

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i fiori muoiono
come il rosa delle guance
le labbra si spengono
lo sguardo si estingue
.
la carne si prosciuga
fino a rivestirsi di corteccia
.
siamo anime
che si spengono
poco a poco
.
.

rebecca

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ossuta anima di quarzo
i tuoi colori
i tuoi sentori
barocche vesti senza sfarzo
.
minuziosa dama assottigliata
e scrupolosa
con quella splendida noia
tua superba noia
che non sopporta di vedere
e non sopporta di cambiare
.
non vorresti darla vinta
a chi cerca di plasmare
sgusciare o sequestrare
la variopinta gioia nera
che ogni tanto vuol salpare
.
uccideresti le prigioni
che non fanno avvicinare
sei sola come vedi
sei grande come sai
non puoi assumerti la colpa
non puoi bramare di spaziare
puoi startene sull’albero
come una scienza gracile
incapace di volare
.

schiava di niente
di una matematica follia
attorcigliata in un’anomala apatia
consapevole che se dovrà finire
finirà

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