mille anni tra voi mortali e ancora non mi rassegno alla vostra piccolezza. mille e mille anni nel mio giardino, grigio e solitario come un deserto che da solo se ne sta sotto un cielo muto e disinteressato. un acido sorrisino dimora sul mio viso, unico gemellino di un parto mai avvenuto. ghiaccio monotono ed ipnotico suona come un tamburo immaginario, il niente del mondo diventa sempre più chiaro, il niente è mio fratello, il suo sangue mi divora mentre io mi lascio sbranare inerme e delicato. fiori neri sbocciano nel mio buio insieme ad altri che hanno il colore delle ossa senza vita. a modo loro, anche nell’oscurità, sanno cogliere la luce. quando appassiranno quei fiori anch’io morirò insieme a loro.
finalmente la notte incontra il suo silenzio, mi siedo per terra sul balcone e scruto l’orizzonte fatto di buio, lieve il pop-soul patinato dei simply red nella stanza alle mie spalle, insieme all’odore dei solventi e delle tele ancora fresche e alla luce oscillante di una candela. se qualcuno seduto su una stella mi osservasse vedrebbe la mia figura in controluce, rannicchiata quasi in posizione fetale, il mento poggiato sulle braccia che abbracciano le ginocchia. un’ombra lontana con alle spalle una luce artificiale, un puntino impercettibile perso nel suo mondo. non penso a niente, adoro farlo. quando dico che non penso a niente intendo che i miei pensieri non sfiorano le banalità quotidiane, tutti quei piccoli tasselli che formano le giornate m’interessano così poco…
adoro pensare che la mia vera vita non è fatta di quei tasselli, la mia vita non è l’insieme delle mie azioni bensì l’insieme dei miei pensieri, delle mie sensazioni, delle mie incalcolabili sfumature intellettuali. se la distanza dalle persone che mi circondano si concretizzasse potrebbe schiacciare il mondo intero. invece, soffice come un’invisibile nebbia concentrata, gravita nell’aria donando gioia, ebbrezza e dolore. o forse, l’unica cosa che fa quella nebbia, è plasmare la mia anima. mi allontano ancora un pochino, faccio ancora un passetto più in là…
finalmente la notte incontra il suo silenzio, mi siedo per terra sul balcone e scruto l’orizzonte fatto di buio, lieve il pop-soul patinato dei simply red nella stanza alle mie spalle, insieme all’odore dei solventi e delle tele ancora fresche e alla luce oscillante di una candela. se qualcuno seduto su una stella mi osservasse vedrebbe la mia figura in controluce, rannicchiata quasi in posizione fetale, il mento poggiato sulle braccia che abbracciano le ginocchia. un’ombra lontana con alle spalle una luce artificiale, un puntino impercettibile perso nel suo mondo. non penso a niente, adoro farlo. quando dico che non penso a niente intendo che i miei pensieri non sfiorano le banalità quotidiane, tutti quei piccoli tasselli che formano le giornate m’interessano così poco…
adoro pensare che la mia vera vita non è fatta di quei tasselli, la mia vita non è l’insieme delle mie azioni bensì l’insieme dei miei pensieri, delle mie sensazioni, delle mie incalcolabili sfumature intellettuali. se la distanza dalle persone che mi circondano si concretizzasse potrebbe schiacciare il mondo intero. invece, soffice come un’invisibile nebbia concentrata, gravita nell’aria donando gioia, ebbrezza e dolore. o forse, l’unica cosa che fa quella nebbia, è plasmare la mia anima. mi allontano ancora un pochino, faccio ancora un passetto più in là…
1 commento:
io ti ho sempre immaginato su una nuvoletta immerso nei tuoi pensieri...
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