filosofiche riflessioni notturne accostate ai mediocri cervellini stereotipati dei miei colleghi. piccola premessa: per il lavoro che svolgo non è richiesto un grosso quoziente intellettivo, tanto è vero che la media del Q.I. dei miei colleghi credo possa essere sovrapposta a quella di una classe di terza elementare. quando lavoro, dunque, uso il 10% della mia intelligenza e tanto basta per garantirmi una reputazione che mi permetta di fare, entro certi limiti, tutto a modo mio. questo il punto cruciale: il desiderio di usare creatività, personalità, inventiva. ai miei colleghi un simile desiderio manca del tutto. loro vorrebbero i protocolli, le linee guida per qualsiasi cosa. cristosanto, vorrebbero un protocollo anche per andare a pisciare o schiacciarsi un punto nero dalla punta del naso! certa gente dovrebbe essere svezzata al desiderio di libertà, imboccata con cucchiaiate colme di ciò che non hanno. odio quei dannati protocolli e, grazie a Dio, me ne infischio allegramente senza che nessuno mi dica nulla. comunque, partendo da questa premessa, riflettevo in generale sui paletti che la moltitudine sembra bramare ardentemente. una mente libera avverte i paletti come un fastidioso limite, una mente circoscritta invece li vede come dei paletti a cui sorreggersi, senza di essi le menti piccole perdono sicurezza e coraggio. chiaramente, pensare in modo libero, per una mente non libera è cosa destabilizzante, cosa sgradita. probabilmente per certe menti pensare è come scaricare un grosso camion di mattoni per un corpo gracilino e poco allenato. fanculo i protocolli. e amen.
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