Il diavolo si svegliò prima dell’alba, con le tenui tinte di un sogno che tentavano di svanire come colori di un acquerello che virano impercettibilmente ma, inesorabilmente, verso il bianco, alla ricerca della completa fusione col foglio. Immagini alla ricerca dell’assoluta e annichilente autodistruzione, bianca come una morte privata di ogni orrore. Aveva sognato di nascere umano. Provò un forte dolore, un’infinita tristezza. Poi, come un liquido che colma completamente un recipiente, tracimando dai bordi e scivolando lungo le pareti, la sensazione di una profonda invidia lo destò. Quando il sole sorse, l’invidia nei confronti dei mortali ancora non si era nemmeno affievolita.
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