sogno di vagare
libero, povero e perduto come un misero cantante della più dannata e addolorata
musica del diavolo. destreggiarsi sull’increspata superficie del tempo, jeans e
maglietta e una voce rugosa, profonda e graffiante, cavernosa e irriverente
come una satanica risata scellerata. lo sguardo compiaciuto e sudato, pensieri
pagani e sorrisi latenti nei confronti dei mille pagliacci dagli anemici volti
appiattiti e plasmati da mille desideri preconfezionati. cantare, vagare e
sorridere insolente fino al giorno della mia morte, sempre imminente. c’è chi
sogna “la vita-un lavoro-la
carriera-un-televisore-a-schermo-gigante-auto-nuova-un-comodo-divano-su-cui-sedersi-e-spappolarsi-il-cervello…”….
… e chi no.
1 commento:
una rarità, un marsia di prima serata... casuali incroci col fuso orario umano irripetibili
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