che sensazione, dopo pizza e birra e
allegre chiacchiere maschili, rientrare e struccarsi, via nasino rosso e cerone
e vai con ac/dc e fondo di una bottiglia di annoso rum invecchiato, dal
meraviglioso colore ambrato. come il rovente liquido caramellato anch’io sono
caldo, profondo e invecchiato, sono il legno di un antico battello temprato dal
sole, il sale e le tempeste più spietate e lontane. la mia stanza, con i miei
libri e le mie tele sparse sul pavimento, è meravigliosa come non mai, la voce
di bon scott magnificamente rovente, confidenziale e pungente. la mia Cry giace
ancora sul pavimento, dopo essere stramazzata per il chiodo caduto, lei sul
bianco del mio pavimento. anche la mia jeanne personale, quella dipinta da me,
è particolarmente bella, mi guarda ed è così bella, il suo sguardo sottile,
piacevole e penetrante.
la morte, sento addosso il suo sguardo, mi
guarda dalla finestra, mi guarda da lontano, non si avvicina, mi guarda e forse
vorrebbe toccarmi durante il sonno, vorrebbe accarezzarmi sussurrandomi “ci
vediamo tra poco”. mi sento quasi bello, ho voglia di chiudere gli occhi…
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