”Scendi, ti aspetto”.
Scendo. Senia mi guarda con i suoi occhi verdi senza sorridermi, il volto
dolcemente pienotto reso lunare da un fondotinta lumière by chanel, indossa
femminili jeans strettissimi e un giubbino corto di pelle rossa. Senia ha 23
anni, lavora in una profumeria del centro, ha un pregevole e lascivo fondoschiena
molto donna licenziosa e sensualmente sviluppata. E’ una delle mie due amiche.
Poi c’è Lara. Poi c’è Micky, vabbe’, ma lei è un’altra cosa. Entriamo nel taxi,
io e Senia, l’abitacolo odora di anonima e indistinta umanità provvisoria. La
notte scorre attraverso il finestrino illuminata dai mille occhi di cemento e
vetri e semafori e fanali e insegne splendenti come enormi lucciole concepite
in un laboratorio di un dio del marketing. “Andate a divertirvi?” fa il
tassista rivolgendosi indistintamente a me o a Senia. “Andiamo a fare i cazzi
nostri” rispondo io con voce meravigliosamente distratta e tono meccanicamente
ipnotico. Scendiamo davanti al Sailor Moon, entriamo, “siete in due?” “siamo in
due, i nostri angeli custodi che non vede alle nostre spalle stanno in piedi”,
veniamo scortate ad un tavolino con una candela che muore lenta in una bara di
vetro dalla forma ovale e allungata, una band suona musica
pumpkins-mudhoney-soundgarden, “cosa vi porto?” “una vodka doppia al limone, un
bloody mary e una tequila” dice Senia, “un irish coffee, un rum e una vodka
doppia per me” faccio io, “basta così?” chiede sarcastico il ragazzo, “per il
momento vogliamo stare leggere” rispondo io. “Lara” mi dice Senia “forse riesce
a raggiungerci più tardi al Rock, aveva un po’ da studiare”. Lara ha diciotto
anni, uno e sessantacinque, cinquantunoequattrocento, studia lettere classiche
e vive con i suoi. Senia e Lara sono le mie due amiche. Poi c’è Micky ma lei,
vabbe’, è un’altra cosa.
Rock Island, io Senia e
Lara al tavolino, suonano forti ed energici i Placebo con Nancy Boy, la voce di
Brian Molko è meravigliosamente androgina e nasale, Lara è reduce da
un’immersione nella consolazione della filosofia di Severino Boezio, Senia è
alle prese con un tizio che comincia ad essere troppo assillante, tra noi Senia
è quella che più si fa avvicinare dagli esseri umani di sesso maschile ma
quando la vicinanza comincia a somigliare a qualcosa di vagamente sentimentale
le prende qualcosa simile all’orticaria, io sono uno spuntone di ghiaccio
rivestito di freddo e lucido metallo diciannovenne. Io Senia e Lara al Rock
Island, la cosa che principalmente ci unisce è che vogliamo mandare a fare in
culo il mondo intero. Mandare. A fare in culo. Il mondo intero. Gli studi, il
lavoro, il mondo intero. Tutto a fare in culo con incantevole sfrontatezza
distaccata. Un bloody mary due grappe due whisky un irish tre tequila tre amari
tre daiquiri. Suona Horses di Patti Smith, lei canta recita soffre vive sospira
sussulta scalpita. Noi tre. E il mondo a fare in culo.
Lara: “Sono nervosa,
angustiata, angosciata, vorrei staccare la spina per un po’”.
Senia: “Ne ho le palle
piene. Ora ho voglia solo di stare qui con voi”.
Io: “Sono elettrica, devo
sedarmi in continuazione per riuscire a respirare con i ritmi che un corpo
normale richiede”.
Scoliamo tutti i liquidi
contenuti in vetrosi bicchieri dalle diverse forme allungate.
Lara: “Sono stufa. Quando
finisco con questo esame vorrei prendermi una pausa ma non un viaggetto o una
vacanzina. Vorrei respirare un po’… Pensavo…. Sarebbe possibile trasferirmi per
qualche giorno da una di voi? Vivere come voi, anche se per qualche giorno… Si
potrebbe fare?”.
Senia, con un accenno di
sorriso: “Per me va bene, piccola…. Ma prima devi passare l’esame eh!”. Senia è
più donna di tutte noi, Lara è quella più schiacciata dalla gabbietta che le
sta attorno, io sono uno spuntone di ghiaccio rivestito di freddo e lucido
metallo diciannovenne. Senia e Lara sono le mie due amiche. Le uniche persone
che non m’infastidiscono quando mi sono intorno.
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