qualche
giorno in bianco e nero, senza circo, senza lancette, senza la preoccupazione
di diversificare le ore, i giorni, compiacersi di un piattume esteriore e poter
distendere l’intelletto come meglio crede. adoro sgualcire la mia pelle,
barbetta incolta e occhietti lucidi e stanchi, pupille vetrose di un castano
che tende al verde. spiegazzato come un vecchio giornale già letto. vedermi
così mi piace. nudo come un osso di una carcassa sotto il sole cocente del
deserto. nudo e crudo senza orpelli. pura essenza priva di ornamenti. non mi va
di dormire. voglio solo vedermi appassire come un socrate che accetta di
morire. silenzioso come un fantasma in incognito mi aggiro nei meandri della
circense realtà. per poi riesumarmi nella solitudine che mi è propizia. un mare
di acqua nera fonda come una morte fredda priva di ogni profumo. nuoto
sott’acqua sotto quell’acqua nera fonda come una morte fredda priva di ogni
profumo. prendo un bicchierino di cognac, me lo serve nei miei pensieri una
piacente cameriera bella come un angelo costretta a timbrare il cartellino, il
suo circo immagino. assassini da film in bianco e nero conversano ad un
tavolino abbigliati con impermeabili di pelle nera, sigarette e bicchieri di
whisky a fare da contorno insieme ad una specie di calma routinaria decisamente
fuori luogo. ho voglia della mia distorta lucidità. un libro scritto col sangue
da un demone spietato e disumano. anch’esso nella mia mente. ancora un po’ di
grigio e di nero prima di abbandonarmi nel mio letto rovente di buio, inquieto
come un arido paesaggio dell’anima.
1 commento:
Però mangia in mezzo a tutto questo :-)
Ahhhh, è sempre un piacere leggerti.
Io adoro come scrivi!!!!!
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