giovedì 1 agosto 2013

tv accesa senza audio spot pubblicitari esche studiate a tavolino per il tipo di pesce da catturare. la gente è cretina superficiale pensa solo a mangiare scopare e a farsi accettare. paura d’invecchiare. come i pesci che senza troppo indugiare vanno a mordicchiare un verme infilzato in un amo. spengo. qualcuno disse “non crucciarti di ciò che accade nel mondo tanto non dipende da te”. metto un cd e se per tutti gli altri sinèad canta john I love you per me ora pronuncia il mio nome. una decina d’anni fa un ragazzo fissato col computer diffuse un virus che mise in crisi non so quante grosse aziende americane. inviò a migliaia di pc una mail infetta con l’oggetto “I love you”. tutti sognano di tanto in tanto di sentirsi dire I love you. a me ora lo dice sinèad. e mi lascio infettare dalla sua voce. vorrei sognare la voce di sinèad che mi dice I love you. al di là della verità ciò che percepiamo anche in sogno fa germogliare in noi qualcosa che cresce innaffiata dalla nostra fantasia. l’acqua per annaffiare i fiori del nostro balcone intellettuale dovremmo sempre cercarla in noi stessi. la gente le cose di cui ha bisogno le cerca al massimo negli scaffali del supermercato. e per le cose di cui ha bisogno prende spunto dalle esche preparate a puntino dai pubblicitari. la gente non apprezza il gusto amaro del dolore scappa e basta davanti ad esso. i dolori sono rughe che a certi animi donano una certa grazia. la bellezza non sempre somiglia ad una cartolina di una spiaggia immacolata con palme sabbia bianca e acque cristalline.

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