
domenica 29 dicembre 2013

venerdì 20 dicembre 2013
martedì 17 dicembre 2013
sciolgo un po’ di silenzio nella lattina, quella
dove c’era l’ananas sciroppata, insieme ad un po’ d’acqua e a qualche goccia di
veleno di scorpione, accendo sotto una candelina, sopra ci metto un po’ di
alice in chains, altre candeline accese sparse qua e là come galleggianti
fluttuanti a mezz’aria nella stanza tutta battelliana. parafrasando il signor
omero, nel bicchiere un vino nero come il mare (per lui era il mare ad essere
nero come il vino), mi graffio e sorrido e penso che per me nessuna persona ha
l’effetto della nicotina. in questo momento m’immagino in bianco e nero,
barbetta incolta e un viso anni ’40 0 ’50, strade lucide di pioggia e
sentimenti vivi ma appannati da una malinconica pioggerella interiore. nessuno
verrà a salvarmi stanotte. dopotutto non voglio alcuna scialuppa di
salvataggio. mmmmm ma dov'è la mia 14enne?
giovedì 12 dicembre 2013
è il
periodo della felicità, pieno di lucine colorate per le strade e le vetrine, i
commercianti si sfregano le mani al pensiero di come le persone si dimostrino a
vicenda quanto siano vicine le une alle altre. mi diverte inebriarmi di
anticonsumismo nel periodo natalizio. niente mi lascia senza fiato. be’,
l’ultima volta è stato davanti agli affreschi giotteschi alla cappella degli
scrovegni. alzando gli occhi al cielo, anziché banali decorazioni multicolori
al neon, vorrei vedere il solenne simurg che maestoso sorvola le nostre teste.
secondo un poema persiano del XIII secolo il simurg, il cui nome significa
“trenta uccelli”, era un magnifico uccello che viveva su un albero che generava
i semi di tutte le piante selvatiche della terra. un giorno gli uccelli,
stanchi di non avere un re, un po’ in crisi di identità, decisero di andare
alla ricerca del simurg. attraversarono sette mari, sette vallate, sorvolarono
sette alte montagne e si accorsero che il lungo e duro viaggio li stava
decimando, erano sempre meno. ad un certo punto si sentirono come purificati
dall’estenuante ricerca e dalla durezza del viaggio e si accorsero che erano
rimasti in trenta, loro stessi erano il simurg. appresi e apprezzai secoli fa
questa storia dal mio amico jorge luis borges, il mio eroe dalla sterminata
cultura letteraria. i miei eroi sono le lucine che volentieri appendo sulle vie
del mio animo solitario.
sabato 7 dicembre 2013
un fiume acqua verde opaca inespressiva senza vita,
la luce non filtra nemmeno di qualche centimetro sotto la superficie, adagio
navigo su una piccola imbarcazione, una via di mezzo tra una barchetta e una
canoa, scivolo a rilento, le due sponde sono rivestite di erba di un verde più
acceso ma pur sempre spento e statico. un ronzio inesistente accompagna il mio
fluttuare indolente, dalla luce del giorno deduco che è un pomeriggio nordico
da paese annoiato assuefatto a sorde piogge senza persone sguardi e parole da
incrociare. penso queste cose e nient’altro mentre procedo sull’imbarcazione,
un apatico non pensare simile ad un volo senza gioia di volare. sogno numero
due, a ridosso del primo, questo decisamente più corporeo, tangibile,
risolutamente meno poetico: litigo con i miei genitori, con una rabbia così
forte che non svanisce nemmeno al risveglio, viene lesa la mia libertà, per
motivi anche banali, una lite ordinaria, io sono adolescente e m’incazzo
talmente tanto che la rabbia straripa dal mio cervello e mi sveglia, mi sveglio
incazzato, incazzato come un leone chiuso in gabbia. il dono più grande che
farei ad un figlio sarebbe la libertà, farlo sentire libero.
lunedì 2 dicembre 2013
the addiction

frase finale del film: "l'autoconoscenza è la distruzione del sè"
[the addiction, regia di abel ferrara, 1985]
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annabella sciorra |
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