ho
inghiottito l’inferno, arroventato chiassoso e pieno di rocciosi spigoli
appuntiti. arroventato chiassoso e appuntito inferno dentro la mia carne.
nessuno può sapere. nessuno può capire.
mi
distacco per un attimo dal mio inferno per pensare a quanti iniziano a scrivere
un blog poi si stufano e smettono. per me è sanguinare, la mia valvola di sfogo
nel costato, la pugnalata che fa schizzare un poco del mio sangue. mera
esigenza. poco importa se qualcuno legge i miei schizzi insanguinati. chi
accoglie l’inferno dentro sé deve avere l’occasione di sanguinare. sennò muore
bruciato dal di dentro.
mi giro
di lato e sputo fuoco, tizzoni ardenti nelle mie viscere. belli i miei odierni
cd sparsi per terra attorno al lettore, radiohead, miles davis, un po’ di
blues, pumpkins, pearl jam, edie brickell, the wall. anche se, come diceva un
mio amico, all’inferno si ascolta marilyn manson. senza tonnellate di cerone
oggi sarei inguardabile per gli esseri umani. ma di quello ho la scorta, dio me
l’ha data in dotazione quando sono stato sputato su questo suolo. privilegi dei
pagliacci di nascita.
stanotte
se un serpente a sonagli mi mordesse creperebbe avvelenato. probabilmente, se
avesse un pizzico di istinto primordiale che tanto gli si confà, se ne starebbe
alla larga.