Urbano pomeriggio solitario passo dopo passo dopo
passo tra vetrine e gente con eleganti buste cartonate, gente silenziosa e
sola, gente che parla per cercare di venderti qualcosa o per cercare
d’illudersi di avere dei pensieri e una vita. La vostra adorata Cry in pieno
centro cittadino, indosso un delizioso e delicato abitino di cotone a fiori
molto casa-nella-prateria sfondo bianco e miliardi di microfiorellini perlopiù
rosa e rossi, ai piedi i miei dr martens rosa a pois bianchi. Nessuno mi può
avvicinare, sono più bella di una dea di una fata e di una stella tutte
assieme. Unmetroesettantaquattro per quarantaseichiliesettecento
d’incontaminata e fatata bellezza stronza e intoccabile. La più bella fatina
perduta nel suo incantato bosco di asfalto vetrine e cemento. Cammino come un
aggraziato soldato alieno a cui niente importa della sua missione nel vostro
cazzo di pianeta di merda. Forse un secolo che non uscivo dal mio monolocale al
tredicesimo, mi sgranchisco le gambe mentre la mia pelle lunare accarezza un
po’ di sano smog cittadino. I miei occhi sono più neri del solito incorniciati
da soffici ciglia mascarate, specchi neri che riflettono cose che non
m’interessano. Voglia di camminare. Passo dopo passo dopo passo. Un’ora fa ho
incontrato il mio chimico bottegaio farmaceutico, seduti ad un tavolino mi ha
dato la sua busta il kit perfetto di sciroppi e caramelle per una provetta e
pervertita bambina chimicamente viziosa. Roba da farci tanti bei picnic sul
prato di marmo del mio monolocale. Rallento il passo senza fermarmi per posare
dentro un vecchio cappello accanto a un vecchio cane e un vecchio senza una
gamba una manciata di banconote. A parte le chimiche sostanze è l’unico
shopping che oggi mi concedo. Decido di fare un salto nella profumeria dove
lavora Senia. La trovo dietro un bancone di lucido rovere senza polvere, mi
sorride coi suoi occhi verdi i capelli color miele e le labbra color ciliegia.
Ci sono due signore che parlano con Senia e l’altra commessa, io prendo e
riposo a casaccio matite, mascara e eyeliner lei si congeda dalla cliente con
cui parlava e mi si avvicina con un altro sorriso che significa “hey, ciao Cry”
le rispondo con un sorriso di soli occhi “sei adorabile questo vestitino è un
amore” mi dice. “Prendo questa” le dico tenendo tra pollice e indice una matita
qualunque, si allontana un momento e torna con una bustina di cartoncino
arancione, “per la matita sono sei euro, questi provali pure poi mi farai
sapere” dice con tono un poco formale per via delle persone che origliano, “una
di queste sere ci si vede” dico uscendo alla mia amica Senia. Cammino ancora
poi entro in un locale stretto e lungo praticamente vuoto, mi siedo ad un
tavolino mi rialzo mi dirigo alla toilette e dico all’uomo dietro al bancone
“un Jack Daniels… doppio senza ghiaccio”, davanti allo specchio mi spruzzo sul
collo il profumo regalatomi da Senia nella busta arancione, abbandono la
prismatica boccetta azzurrognola sul lavandino, pesco dalla busta un rossetto
color prugna che applico abbondante sulle labbra, bacio lo specchio e scrivo
col rossetto “guardate il riflesso di un sogno e pisciate come se fosse
l’ultima volta” torno al tavolino e trovo il mio doppio jack senza ghiaccio.
Prendo una pasticchetta bianca dalla bustina del pusher-farmacologico, una
pasticchetta bianca con un riga nel mezzo che sembra un anemico chicco di caffè
privo di aroma, dalla busta arancione prendo uno smalto verde smeraldo e coloro
meticolosamente quella righina mediana poi butto giù insieme ad una sorsata di
jack. Arrivano due o tre ragazzi si siedono non lontani da me e parlottano
guardandomi, io faccio cadere una lacrima di smalto nel centro del bicchiere
con poco jack, agito a mezz’aria il bicchiere e trangugio tutto quanto d’un
fiato. Loro parlottano e ridacchiano io li mando mentalmentea fare in culo.
2 commenti:
Anonimo
ha detto...
l'unico smalto che ho, e che non ho mai usato, è di quel colore.
2 commenti:
l'unico smalto che ho, e che non ho mai usato, è di quel colore.
...adorabile la mia Cry
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