un po’ di tempo fa
feci una piccola ricerca, qualche googleata, niente di complicato, per capire
se potevo definirmi un sociopatico. il responso è stato negativo. resterò
semplicemente uno che ama stare da solo, uno che odia le feste e tutte le
occasioni che la gente usa per ammassarsi riunirsi ammucchiarsi, uno che quando
squilla il telefono o il citofono o anche quando gli dicono “hey, scusa…” o
anche solamente “senti…” pensa immediatamente e istintivamente a un’incombente
rottura di coglioni. in verità anch’io, come tutti, sento l’esigenza di far
prendere un po’ d’aria sociale al mio corpo e al mio cervello solo che, se la
maggior parte delle persone sente quest’esigenza ogni giorno o ogni due giorni
io la sento, chessò, una volta al mese, una volta ogni due mesi, cose così.
[facciamo anche ogni tre mesi]. in genere, come relazione sociale, mi basta ad esempio
un commento in questo blog. poche parole spontanee, senza sorrisini ipocriti e
senza odiosissimi preamboli tipo “come va? tutto a posto?”. oppure mi basta
spalancare la finestra che dà sulla strada e sentire un po’ di brulicante
rumore mondano. ogni tanto, sempre più di rado, mi capita di recarmi in un
centro commerciale. diomio, la gente va lì per svagarsi, per passeggiare! io
dopo due minuti ho già le palle che mi girano come ruote di una formula uno
lanciata in rettilineo, poi se la folla è tanta i due minuti diventano venti o
trenta secondi. quando vedo agglomerati di persone che chiacchierano ridono e
starnazzano chiassosamente, sul marciapiede, in piazza, dentro un bar o,
appunto, in un centro commerciale, come se ognuno di loro avesse appena vinto
dieci milioni di euro alla lotteria sento di non appartenere alla loro stessa
razza, mi sento un alieno e allora sorrido dentro di me. ognuno sorride per
quello che vuole. i motivi che suscitano i miei sorrisi interiori, la maggior
parte della gente, ne sono sicuro, non riuscirebbe nemmeno a vederli.
1 commento:
Marsia sempre più riccio..
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