venerdì 6 novembre 2015

stanotte mi sento di cenere, un fiume di sangue e tristezza che vaga senza denaro  tra l’erba e la saggezza di un giardino senza gente. mi ubriaco di oscurità e di male, sogghignando davanti alle finestre che si chiudono festeggiando patetiche notti del tutto prive di incantesimi. tutti si divertono nei loro cimiteri di fumo, privi di alcuno splendore. la luna è scarna ed è il mio taxi per la città con le ossa lungo i marciapiedi senz’anima. le pecore sono chiuse nell’ovile, al caldo riposo preferisco una stupida passeggiata di cristallo. la musica è uno spirito che lascio entrare nella mia notte. sono la fiamma di un accendino nella notte. 

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