mercoledì 13 gennaio 2016


andato via. elegantissimo alieno e pagliaccio. ti ascolto, e come sempre quando ti ascolto in piena notte, da solo, nelle mie notti così mie, ti sento così familiare. e lo dice uno che generalmente non avverte familiarità con le persone. cristosanto, quante volte avrò sentito la tua voce? che cretinata scrivere come se ti parlassi. ma odio sforzarmi e ora mi va di fare così. cristo, quante volte avrò sentito la tua voce? ah, l’ho già scritto. che maestro sei stato nell’arte di indossare maschere. hai attraversato la vita lasciando una scia di un sacco di cose. è possibile sentire un vuoto quando chi se ne va nemmeno lo conosci? ma io ti ho sentito tante di quelle volte, in tante di quelle notti. la tua voce è un pallido respiro nella notte, la tua voce non tramonterà mai, con la tua voce ho innalzato castelli di immagini impalpabili che, al sorgere del sole, si scioglievano come un amore sognato. ti vedo camminare scalzo, vestito di bianco, alle tue spalle lasci una traccia fatta di scorie di questo mondo, ti seguo con lo sguardo, senza muovermi. tutt’attorno non ci sono muri, non esistono neanche le parole, il linguaggio è finalmente un mare più bello di qualsiasi piumaggio. non ti dico ciao e nemmeno buon viaggio. niente muri, niente fuochi, niente asfalto acciaio cristalli specchi, niente nomi. solo bianco, solo mare. ti seguo con lo sguardo accennando uno stralcio di sorriso.

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