domenica 27 marzo 2016


jazz notte l’anima seduta sul pavimento che si abbraccia le ginocchia un’impalpabile vena sregolata e peccaminosa io un po’ di jazz niente-circo-domani una notte e niente più. ieri ho trascorso il pomeriggio in compagnia del signor jorge luis borges peccato sia morto di poche persone posso dire altrettanto una persona così viva nel mondo delizia gli animi smaniosi di parole ricamate e sapientemente intrecciate da una meravigliosa immaginazione letteraria. vivete fate sentire la vostra voce viaggiate incontrate persone dicono gli spot televisivi. io trovo impagabile una notte solitaria come questa trascorsa a scribacchiare queste inutili parole che mentre volteggiano dalla mente allo schermo allietano il mio tempo come incantevoli carezze interiori.
notti come questa sono una tavola apparecchiata senza pietanze che mi accoglie col beneficio dell’assenza del tempo e dell’utilità mi sfiora il pensiero di macchiare la tovaglia col rosso delle mie vene mentre guardo dall’alto come su un micro aeroplano che sfiora il soffitto senza alcuna intenzione di planare.
chiuso nella mia stanza mi sento libero come un cane randagio che scorrazza tra le stradicciole umide di una città popolata di spettri e illuminata dalla luna e dai lampioncini ottocenteschi. bella la sensazione di vomitare senza i contorcimenti viscerali e l’emissione di nauseabonde sostanze grumose parzialmente digerite. la bocca della mia anima medita guerre e pianti e intimi terrazzini coloriti come tramonti di un vino che ha dimenticato il senso dell’esistenza.

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