la mia splendida dama ottocentesca mi guarda
con occhi limpidi come vetro attraverso i quali vedo una pioggia che mi
sorride. ho sedici anni e il vento dell’800 mi accarezza le ossa come un
mostruoso dio che se ne infischia di ogni perfezione. sorrido mentre assaporo
ogni sfumatura del mio dizionario irregolare. con la lingua sfioro mentalmente
le mie viscere cariate, le mie ossute caviglie sono fiori che sbocciano come
fuoco tra la neve. i miei occhi damascati scrutano l’oscurità come divine e
gioiose labbra che si trascinano amabilmente tra dense e pallide folle di
cotone. lentamente mi preparo ad una mia notte fumante…
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