venerdì 3 giugno 2016


[sintetica introduzione alla tesina di terza media della figlia di una collega… oggetto la luna …casta diva…]

 

Nel ‘600 la letteratura italiana attraversò un periodo d’involuzione, gli scrittori si concentravano quasi esclusivamente sull’elemento musicale e sulla sonorità della parola, l’attenzione alla musicalità della parola non mancava di certo nei precedenti grandi scrittori della letteratura italiana come Dante, Boccaccio o Petrarca, ma mentre allora la musicalità della parola si sposava al concetto espresso, nel ‘600 la sonorità e la melodia divenne la vera essenza della letteratura, si badava quasi esclusivamente alla forma e la letteratura divenne un vuoto esercizio di eleganza stilistica. La parola non serviva più a suscitare idee ma era solamente un suono e così, di conseguenza, nacque il dramma in musica o melodramma. Il melodramma, uno spettacolo teatrale in cui l’azione è espressa attraverso la musica e il canto, nacque dunque nel ‘600 e trovò sempre maggior fortuna in tutta Europa nel ‘700 e nell’ ‘800 ma l’Italia rimase la vera culla di questo genere, grazie a compositori come Rossini, Bellini, Donizetti e Verdi. In una delle opere più note di Vincenzo Bellini, la “Norma”, c’è una parte intitolata “casta diva” che è sicuramente la pagina più famosa composta da Bellini. L’opera è ambientata in Gallia, all’epoca della dominazione romana, e una delle protagoniste, la sacerdotessa Norma, inoltratasi nel bosco per cercare erbe e piante per le sue pozioni, ad un certo punto eleva la sua preghiera alla luna, da lei chiamata “casta diva”:

 

 

Casta Diva che inargenti
Queste sacre antiche piante,
A noi volgi il bel sembiante
Senza nube e senza vel.

Tempra o Diva,
Tempra tu de' cori ardenti,
Tempra ancor lo zelo audace,
Spargi in terra quella pace
Che regnar tu fai nel ciel.

1 commento:

Anonimo ha detto...

: )

(mi sento un'anziana..)