guardare il cielo aspettando che
anneriscano le stelle, palpitare bagnandosi nella notte, baciare l’ombelico del
sonno, bussare alla porta del tabaccaio dei mari rovesciati incatramandosi gli
occhi per giungere sulla soglia del non-dormire… risuonano le fabbriche, gli
argani, le brezze, le voci nelle mie lontane vene alla ricerca della dolce
penombra in cui navigare, trasportato da un’onnivora e crudele immaginazione…. quant’è
vertiginosa l’immensa solitudine dell’anima del mare…
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