sabato 27 febbraio 2010

corteccia ghiacciata

mi allontano per un po’, alcuni giorni lontano da tutti, leggo rimbaud, un ricordo personale della poetessa anna achmatova su amedeo modigliani: parigi, primi del ‘900; lei aspetta lui nel cortile del suo studio, la finestra aperta, lui non c’è, avevano un appuntamento. lei aspetta per un po’ con un mazzo di rose rosse in mano poi si stufa e lancia le rose dentro la finestra dello studio del pittore. quando s’incontrano, lui “ma come hai fatto ad entrare se la porta era chiusa a chiave?” lei “non sono entrata, ho lanciato le rose attraverso la finestra…” e lui “strano, erano sparse sul pavimento in maniera perfetta…” .
trascendenza scaccia violenza, complice una piccola ricaduta della colite, mi rinchiudo in casa con me stesso, per due giorni non vado a lavorare, a fare la spesa, dormo e sto sveglio quando ne ho voglia, disordinati orari inframmezzati da pagine e parole, qualche spasmo addominale (ma non come la volta scorsa eh!), immagini e intimi pensieri sparpagliati qua e là, sparsi in maniera perfetta…
riscopro la mega-indifferenza, nei confronti del mondo, che avevo parzialmente accantonato. un albero dalla corteccia ghiacciata, un tropicale torrente di linfa vitale scorre nel suo interno . un arroventato torrente invisibile agli occhi del mondo, rovente presenza che scava e graffia, lacera e stride senza farsi sentire. all’esterno corteccia ghiacciata....

4 commenti:

Sua Bassezza, il bardo di XoniX ha detto...

se avessi dubitato anche solo per un secondo, che dell'ardore potesse scorrere sotto la coltre, mai avrei pensato di soffermarmi davanti alla coltre gelata.

ci vuola una pulsione per scavarsi dentro, eccola la pulsione...

saluti

Anonimo ha detto...

passavo di qui ...
e noto che anche una "corteggia ghiacciata", a volte sa entrare dalla finestra e lasciare tracce sparse in maniera perfetta ...

tuttoilniente ha detto...

quanto ti odierebbe, arturo...
la trascendenza, estraniarsi in conscia trance, "erezione mentale"...
mi viene da sorridere all'immagine di un battello che si reca al lavoro, che spinge un carrello della spesa, che si tiene il colon, sofferente.. più concreto, nell'inconcretezza, il dedicarsi in modo confuso ad attività tuttalpiù mentali.. ogni tanto, qualche rivolo di rovente resina viene emesso dall'apatica corteccia, appiccicandosi sulle mani di qualche passante dalle mani sporche di gesso..

Anonimo ha detto...

.... lei sarebbe potuta entrare ovunque....lui glielo ha permesso...le rose sparse ordinate....i sentimenti gettati urlati...lacrime ....sorde
una carezza guancia sx