una macchia violacea esplosa su una superficie giallognola e intarsiata con mille sottili ghirigori verdi che formano lettere e quadratini, riccioli e faccine. e un foglio manoscritto in cui mi sono sentito vivo, sapete, come le lettere dei film che vengono lette da una voce fuori campo, la voce dell’autore della lettera. ecco, leggendo la lettera ho sentito la voce di chi mi ha scritto che mi parlava in modo familiare. piacevole sensazione. non mi capita spesso di ascoltare con piacere una voce che mi parla ma, dopotutto, non capita spesso neanche d’incontrare una ex-quattordicenne-che ascolta-i-talking-heads. mi rendo conto che sentire la voce di qualcuno che per me è stato importante sarebbe, se non spiacevole, perlomeno insipido, fastidiosamente scialbo. il tempo che passa ricopre inesorabilmente le persone care, ora lontane, di una patina d’indifferenza che affievolisce i sentimenti, una rugiada naturale e opacizzante. il ricordo di una persona cara, quello resta vivido, ma è un’immagine muta e statica, che non ha niente a che fare con il presente. c’est la vie. ora sono immerso nella notte. la solitudine notturna è per me un venticello che accarezza un fuoco, gli dona ossigeno e ravviva l’ardore delle braci del mio animo. la brace a volte scalda e conforta, altre volte brucia e fa male. è pur sempre il mio fuoco, senza di esso sarei un corpo morto. la domanda che in questo periodo va molto di moda è “allora dove andrai in vacanza?”. “ma non rompetemi le palle” mi verrebbe da dire. ed è quello che dico, seppure in toni un tantino più garbati e vaghi. sogno una prolungata notte della durata di quattro o cinque giorni, una persitente notte ininterrotta in un antico paesino desolato. notturne passeggiate senza meta e senza orario, l’anima libera di volteggiare come un pipistrello svolazzante nell’aria fresca e buia, nessuna preoccupazione per l’alba che sarebbe sempre pacificamente distante. la solitudine notturna dà voce al silenzio dell’anima, un silenzio che è un distillato della nostra essenza. chi non ha piacere di ascoltarlo odia se stesso o ha un’anima muta, è dunque un corpo morto che cammina. lascio svolazzare un po’il pipistrello…
saluti notturni dal batt
2 commenti:
la superficie giallognola sarebbe carta da spolvero..
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Ho il posto ideale per le tue vacanze, qui dalle mie parti c'è quello che cerchi però ti consiglio di venire adesso oppure a settembre. Luglio-Agosto questo posto dimenticato da Dio si riempie come un uovo e non si riesce nemmeno a respirare.
La tua descrizione notturna sembrava la descrizione del paesaggio che vedo la sera quando guardo fuori dalla mia finestra.
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