sabato 21 agosto 2010

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cazzo quanto rosicchiano… uno tsunami d’inquietudine ha inondato la mia anima… e non parlo d’inquietudini definite, materiali, riconducibili a chissà cosa, no… è la mia natura che si manifesta con la stessa foga di un equipaggio che si ammutina … io sono il capitano, il vascello, e l’equipaggio… tutte e tre le cose. un pianto, una solita, ordinaria tristezza, queste sono cose così distanti, ora, dal mio sentire… una nebbia persistente, densa e accanita è discesa dall’inferno-travestito-da-cosmo… discesa come un intento di un assassino, come un condensato di tutte le angosce di tutti i manicomi del mondo. foreste, palazzi, voci, focolari e lontananze, non so dove sbattere la testa , stanotte. siedo sulla sponda del fiume sapendo che non arriverà nessuno. una notte decisamente maledetta, maledetta a modo suo, totalmente priva di clamori, nel senso che la sofferenza è bisbigliata da un dio che non si fa vedere e riconoscere. sento la desolazione di tutte le lacrime degli uomini, improvvisamente private di ogni pianto. quasi mi fa male scriverlo, ma è come se fossi diventato all’improvviso una persona “normale”, uno di quegli zombie che mi circondano nella quotidianità, e fosse calata su di me la mia solita, infinita tristezza. l’effetto devastante è quello. ora (scrivo “in diretta” , riversando ciò che sento senza pensare alle lettere che prendono forma), ora approdo in un mostruoso, disumano nichilismo. ora andrò a letto con la mia coperta fatta di deserto. morte, amore, umani… andati tutti al diavolo. nessuna delle vostre strade conduce al mio inferno. stanotte, più che mai, nessuno potrebbe dormire nel mio letto. dormirò, morirò, amerò solo con me stesso. o forse non farò nessuna di queste cose.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

un pensiero silenzioso ...

Anonimo ha detto...

Achabesco, marsia..