ore tenebrose sono sbocciate questa notte, trapassando ogni patina di ghiaccio, ogni rivestimento nevoso, ogni strato di cerone. rotolo su un giaciglio di frammenti vetrosi, come un corpo tormentato dalle fiamme che cerca invano di spegnere il fuoco. mi dibatto furiosamente stando fermo. affiora in superficie, come il rosso acceso delle braci, a fior di pelle, con bruciante violenza, tutta la mia profonda bellezza misantropa e taciturna. le mie stalattiti, cresciute dentro di me all’impazzata, mi trafiggono dall’interno come mille campanili feroci, come radici che crudelmente si fanno strada bucando muscoli e organi. sono una meravigliosa creatura nata per essere straziata, squartata da invisibili inverni trascendentali. ruggiti di rabbia, come orde di barbari, assaltano il mio corpo dall’interno creando un desolante regno erosivo, il mio inferno personale. mentre scrivo queste parole mi viene in mente lo stato d’animo de “la mia stagione” e… non dico che sorrido ma il rogo si allevia, la mia diversità mi consola, la mia bellissima dama ottocentesca ,che sa essere così intensa ed efferata, ora disegna una lieve carezza sulla mia pelle deturpata.
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