mi guarda, mi bacia e mi morde,il suo abbraccio, le sue labbra beffarde sono le corde di un ring che arde fino alla morte, le fauci ritorte di un lupo che non demorde. le mie ombre colate a picco giacciono nel fondo, il fondale in cui mi conficco quando assecondo le mie dinamitarde voci ingorde, affilate alabarde, arsenale del mio impercettibile oceanico mondo. nessuno potrà mai capire ciò che brucia dentro di noi, se pensiamo che qualcuno possa sentire va a finire che diventiamo vascelli che si possono persino innamorare, imbarcazioni che sognano le coste sicure, che cedono all’autoinganno, che si lasciano illudere dai fuochi di capodanno. accarezzo la mia lama sottile e luminosa, nessuno mi ama come la mia dama.
giovedì 30 settembre 2010
mercoledì 22 settembre 2010
...emergo parzialmente dal tuffo nel dipinto di arnold bocklin “l’isola dei morti” (adorabile quindicenne-che-ascolta-i-talking-heads…). un minuto fa dalla finestra fissavo un grande albero, scuro e immobile, che sembrava racchiudere in sé tutta la silenziosa quiete di questa notte. la stessa quiete racchiusa dalle acque che scorrono sotto il ponte, su cui, immobile, sta la ragazza dei miei sogni, appoggiata al parapetto, in procinto di fare l’ultimo passetto. pensierosa, vacillante tra dolori e sofferenze, desiderio e apatica sottomissione. l’aria fredda si deposita sul suo viso come una fatale nebbiolina siberiana , il suo sguardo è fisso, insensibile, disumano. passo avanti, chiedendomi se ci si possa innamorare di una notte. di sicuro, durante la notte, è più facile allontanarsi dal mondo. e di uno sguardo ci si può innamorare? diceva il poeta “ l'anima può parlare con gli occhi ma può anche baciare con lo sguardo” …
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