giovedì 30 settembre 2010

mi guarda, mi bacia e mi morde,il suo abbraccio, le sue labbra beffarde sono le corde di un ring che arde fino alla morte, le fauci ritorte di un lupo che non demorde. le mie ombre colate a picco giacciono nel fondo, il fondale in cui mi conficco quando assecondo le mie dinamitarde voci ingorde, affilate alabarde, arsenale del mio impercettibile oceanico mondo. nessuno potrà mai capire ciò che brucia dentro di noi, se pensiamo che qualcuno possa sentire va a finire che diventiamo vascelli che si possono persino innamorare, imbarcazioni che sognano le coste sicure, che cedono all’autoinganno, che si lasciano illudere dai fuochi di capodanno. accarezzo la mia lama sottile e luminosa, nessuno mi ama come la mia dama.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"...una fiamma investa l'altre; una pena è lenita dal tormento di un'altra; d'un capogiro puoi rimetterti voltando il collo dall'altra parte; d'un disperato dolore può guarirti lo struggimento di un altro; fa che una nuova ferita ti colpisca lo sguardo e il veleno del vecchio male svanirà..."

perchè la follia va a spasso nel mondo come il sole, non c'è luogo in cui non risplenda ...

(W.Shakespeare)

Sua Bassezza, il bardo di XoniX ha detto...

Una lama, un destriero, un liuto...un boccale di birra di malto.

Nessuno ci ama tanto quanto cio' che noi, per primi, amiamo.
Non servono parole, basta un'essenza...

Saluti