venerdì 28 ottobre 2011

rock. ruvido, insolente, sfrontatamente ridondante, eccedente e graffiante. un po’ di rum. e la notte a fare da cornice. la pelle del viso meravigliosamente stanca e spiegazzata. l’ anima con lo sguardo delicatamente all’insù, perduta in indefiniti pensieri che danno vita ad un sorriso accennato che è come un iceberg con la sola punticina che fuoriesce dalla superficie dell’oceano. inquietudine e serenità si baciano al mio cospetto come due insoliti e teneri amanti. non penso a niente di particolare, non so nemmeno dove stiano orbitando i miei pensieri. assaporo la semplicità del pensare, una seducente leggerezza privata, intima e sensuale come una masturbazione spirituale. sono dolcemente, delicatamente solo. la mia solitudine ora è la saliva che c’inumidisce le labbra quando, soprappensiero, arricciamo un labbro verso l’interno della bocca, stringendolo debolmente con i denti. introspettivo ripiegamento, bacio e mordo me stesso. sono l’unica persona che vorrei baciare. mi guardo come nessuno saprebbe guardarmi. con infinita bellezza mi anniento.

sabato 22 ottobre 2011

Cry

Niente di ciò che voi vedete mi tocca. Quella che io respiro è un’altra aria, quello in cui vivo un altro mondo. Il mio mondo maledetto ed incantato. Sono figlia della luna, concepita in una notte lontana senza stelle.Ai vostri occhi sono un’orfana priva di ragioni, di affetti e di sicurezze. Sono un intoccabile bellissimo fiore incontaminato. La mia casa è l’inferno. La mia casa è il paradiso. La mia casa non è qua. Schiamazzi di sotto, dodici piani più giù la solita formicolante parvenza di vita a cui non appartengo. Sprofondo nel confortante abbraccio sicuro della mia solitudine, altre braccia non mi potranno mai abbracciare. Passo amabilmente una mano, con le dita allargate, tra i miei capelli lisci e neri come preziosi fili di una stoffa tessuta dagli angeli del cielo tra note di arpe e violini tristi e meravigliosi. Metto i Pearl Jam, track n.2 even flow, alzo il volume. Alzo il volume e tracanno una megasorsata di Jack, sorrido e allargo le braccia al centro della stanza come il più bello e distante degli albatri, altra sorsata, accendo una sigaretta reclinando la testa all’indietro, la punta del naso che guarda il soffitto, i capelli l’unica carezza ammessa lungo la schiena incantevole come una nuda bianchissima spiaggia deserta in un pomeriggio soleggiato d’inverno, accenno un sorriso solo per me, un bacio alla bottiglia e decido di uscire. Mi vesto, t-shirt bianca a maniche lunghe, jeans, converse nere e giubbino stretto in pelle nera, nera come i miei occhi, come i miei capelli, come il fondo impenetrabile dei miei pensieri...

venerdì 21 ottobre 2011

sottile metallo appuntito attraversa la carne inoculando colori nel fiume rossastro. un tenero torpore morbido e caldo mi avvolge con abbraccio perverso e materno. soffice mondo in cui sprofondo, lento, nudo e incantato sprofondo nel mio mondo profondo, oscuro come il mare nero lontano dalla terra ferma. scandaglio le mie angosce con quieto animo appuntito e affilato. la mia lingua accarezza le immagini create dalla mia mente libera e soffusa e solitaria. inumidisco i miei incubi con la saliva di una dannata e masochistica introspezione. è tardi e dovrei andare a letto, riposare in previsione della giornata stupida e sociale che mi attende al varco domattina. è così dolce fregarmene e baciare la notte, fregarmene altamente e sposare la notte, con dolcezza che va a braccetto con un divino nichilismo meraviglioso

mercoledì 19 ottobre 2011

sabato 15 ottobre 2011

“niente è più drammatico che la vita interiore di un grande spirito” (il De Sanctis parla di Giordano Bruno). la vita interiore… quando sento dire che un uomo non è altro che l’insieme delle sue azioni sorrido. sorrido perché troppo spesso si tralascia la parte più importante, appunto la vita interiore. ciò che veramente conta, per conoscere una persona, è la storia della sua anima, i sommovimenti sotterranei che avvengono sotto pelle. la vita esteriore non è altro che la confezione che ci riveste e, spesso, nemmeno possiamo scegliercela. tutto il mondo mi appare come un’indistinta massa di persone che nemmeno sanno scopare. non sanno abbandonarsi alle correnti, si spaventano se perdono di vista la costa. paletti, limiti e steccati, rassicuranti recinzioni per tesori che nessuno vuole rubare. vivo nella certezza e nella confusione. piove. non nel vostro mondo, non fuori nella plastificata realtà che chiamate mondo. piove dentro di me, acqua scrosciante e immortale. tutte le coscienze sono piccoli granelli di sabbia che si sciolgono sotto la mia pioggia intellettuale. la pioggia è la mia forza e la mia eternità. la mia anima fa parte di una monotribù vulnerabile e guerriera, romantica e disinteressata. pioggia rossa, pioggia di sangue, pioggia estiva, pioggia gialla e blu, pioggia antica, fredda e calda. contemplatemi nelle mie parole, lasciatevi bagnare dalla pioggia, lasciatevi bagnare, abbandonatevi senza pensare, lasciate perdere ogni steccato, lasciatevi bagnare. abbandonatevi alla pioggia…

martedì 11 ottobre 2011

paradossalmente, la bellezza che vediamo in un corpo è una bellezza spirituale. bellezza che non nasce dalle forme, i colori, le consistenze della carne, bensì da ciò che quel corpo ci comunica. la bellezza di un corpo viene dal profondo, si sprigiona quando quel soffio di profondo incontra il nostro sguardo sensibile. mi viene in mente ciò che diceva il filosofo irlandese: “il sapore della mela non si trova nella mela né nella bocca di colui che la mangia. ci vuole un contatto tra l’uno e l’altra”. ...mmmmmm questa citazione la ricordo per averla sentita indirettamente, per mano di quello che è per me l’uomo più colto del mondo, jorge luis borges. lo scrittore argentino fece quella citazione per tentare di spiegare cosa fosse la poesia. la poesia, disse, non si trova nei libri, che sono oggetti inanimati, morti, e non si trova nemmeno in chi legge, nello sguardo del lettore. la poesia nasce dall’incontro delle due cose.

venerdì 7 ottobre 2011

un nero silenzio di piombo

stando fermo mi graffio a fondo, percuotendo un nero silenzio di piombo. isolato e meraviglioso, come un mondo perduto nell’oceano in cui magnificamente soccombo. mi strazio ridendo, come un clown che invisibilmente si va illanguidendo. sono vecchio, di legno vissuto e stagionato, in una parola stupendo. accarezzo le sfumature del mio animo che lentamente si sta incupendo. di solitudine risplendo, prendendo il largo nel vostro impercettibile mare orrendo. stando fermo mi graffio a fondo, percuotendo un nero silenzio di piombo.

mercoledì 5 ottobre 2011

evoluzioni di una jeanne...

... e se non la trovate bellissima allora non capite niente! ... o forse non la vedete come la vedo io ( ... o più semplicemente sono io che dipingo da cani eheheheh)






lunedì 3 ottobre 2011

sto facendo un ritratto. mi fa compagnia, nel bel mezzo della stanza. da qualche pomeriggio, per diverse ore, mi fa compagnia. domani o dopodomani ve lo mostro. dopo qualche pennellata mi piace sedermi sul divano, a due metri di distanza, e guardarlo. osservare come prende forma, osservare come mi guarda, fammi guardare da quello sguardo. adoro il suo sguardo, adoro come mi guarda. la sua forza è la semplicità. una semplicità non priva di profondità. uno sguardo che non disturba la mia anima.