rock. ruvido, insolente, sfrontatamente ridondante, eccedente e graffiante. un po’ di rum. e la notte a fare da cornice. la pelle del viso meravigliosamente stanca e spiegazzata. l’ anima con lo sguardo delicatamente all’insù, perduta in indefiniti pensieri che danno vita ad un sorriso accennato che è come un iceberg con la sola punticina che fuoriesce dalla superficie dell’oceano. inquietudine e serenità si baciano al mio cospetto come due insoliti e teneri amanti. non penso a niente di particolare, non so nemmeno dove stiano orbitando i miei pensieri. assaporo la semplicità del pensare, una seducente leggerezza privata, intima e sensuale come una masturbazione spirituale. sono dolcemente, delicatamente solo. la mia solitudine ora è la saliva che c’inumidisce le labbra quando, soprappensiero, arricciamo un labbro verso l’interno della bocca, stringendolo debolmente con i denti. introspettivo ripiegamento, bacio e mordo me stesso. sono l’unica persona che vorrei baciare. mi guardo come nessuno saprebbe guardarmi. con infinita bellezza mi anniento.
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