sabato 31 dicembre 2011

la mia splendida dama ottocentesca in piedi, al centro della stanza. bellissima, pallida e leggiadra come un fantasma. il mio fedele e premuroso fantasma personale. stasera vestita di bianco, abito lungo, viso incredibilmente malinconico, espressione segnata da un silenzio di neve e di cristallo. raccoglie un pezzetto di vetro dal pavimento, residuo di un bicchiere rotto qualche giorno fa e sfuggito alla carezza della scopa. se lo porta sul viso, sfiorandosi la guancia, lambendosi delicatamente senza tagliarsi. se pure si tagliasse dubito uscirebbe un piccolo rivolo di sangue, una lacrima traslucida tuttalpiù, una goccia di silenzio rivolta solo a me. io e lei nella stanza, due sguardi smarriti, due volti risparmiati dallo smog quotidiano. ci guardiamo in silenzio, ci sorridiamo senza sorridere. un getto di sangue scuro sui miei pantaloni. sorseggio un po’ di porto, osservavo la mia dama e ho versato un po’ di vino sui pantaloni. uno schizzo di sangue imprevisto. non male. lei, col suo sguardo, sa accarezzare così bene la mia anima… siamo come fiocchi di neve, se ci abbracciassimo ci scioglieremmo in un istante. ci guardiamo soltanto, come solo noi sappiamo guardarci.

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