ficcarmi un grosso petardo in bocca e farlo scoppiare. sarebbe un peccato perdermi lo spettacolo. non mi piacerebbe nemmeno vedere il filmato, vorrei assistere in diretta. dopo averci pensato per un po’ trovo ciò leggermente raccapricciante. ma solo un po’. ma prima della sensazione orripilante, prima della repulsione per la mia poltiglia umidiccia e rossastra spiaccicata dappertutto, prima assaporo l’istante deflagrante, un concentrato di luce e di buio, tutto assieme, tutto dentro di me, piccolo e potente come un granello di sole che rende ciechi e annulla tutto quanto in un istante. la mia immaginazione sorride e lecca i rimasugli di cervello spappolato, come un lupo affamato che non si pone domande sul cibo che ha di fronte. sarebbe come bruciare le tappe, chiudere gli occhi con un sorriso abbagliante. non ci sarebbe spazio per le ipocrisie di circostanza. lo spettacolo sarebbe solo mio. la giusta conclusione di un’esistenza improntata verso un’ incondizionata individualità senza remore.
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