abbasso le luci per predisporre un soffice inabissamento oltre i confini del mondo rischiarato dalle elettriche luci che voglio scansare con l’eleganza di un solitario ballerino perduto nel suo mondo mistico popolato dagli angeli del nulla. evito di tuffarmi, a rilento m’immergo nel mio buio profondo come pianistiche note immense e indolenti. distante da ogni cosa, la mia lucidità è una luce in grado di attraversare l’universo intero con la facilità di uno spietato laser affilato dall’isolamento spirituale. inabissandomi spicco il volo come un uccello che s’immerge in un cielo di petrolio. niente riesce a bucare il velo del mio insano e perfetto isolamento, nessun suono, nessun grido, nessuna parola può essere percepita. nessun uomo può sentirmi, nessuna creatura può vedermi. colo a picco e sorrido dolcemente come un vecchio leone che separandosi dal branco è andato incontro al suo destino.
mercoledì 7 marzo 2012
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