lunedì 9 luglio 2012


la voce di kurt cobain è graffiante, l’irrequietezza di rimbaud che da ragazzino scappava di casa è graffiante, una donna solitaria poggiata sul parapetto di un ponte in una città notturna e desolata è graffiante, l’alienazione di pink in “the wall” è graffiante, il canto di layne staley è graffiante.
la mia vita sociale, quella che abita al di fuori della mia pelle, è separata dalla mia vita interiore da un profondo crepaccio irto e inaccessibile. a fare da paravento, per mascherare ai mille occhi di plastica il mio crepaccio, il mio talento di pagliaccio. talento naturale, necessità esistenziale, forse entrambe le cose, chissà.  sorrido e brucio, già intravedo i denti dei miei lupi. non sto male, quando sono con me stesso non sto mai male.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ti leggo.. e mi trovo a brillare ancora, un luccichìo modesto come quello delle luci della notte sulle acque di un fiume..

ilbattelloebbro ha detto...

[ ... mi conforta sempre sapere che leggi... ]

senzaLogica ha detto...

Ma magari qualcuno ti apprezzerebbe per il tuo interiore, perché non mostrarlo a molti, a diversi.
Forse ci sono altre persone a pensarla esattamente come te...

A volte mi manca la chat, si poteva parlare di cose interessanti con te :)