silenziosi
petali lacrimano nell’aria della mia stanza in un’incontaminata pioggia bianca
e rossa e dolce. ho fatto due passi tra le vie inutili della cittadina, ora
nella mia stanza trovo una vivacità congeniale al mio animo randagio che, con
le ali chiuse, si posa nel bianco come un arcaico fossile in una scogliera
sferzata da un vento privo di sguardi e solite domande. nudo e disinteressato
come un fossile davanti allo scorrere del tempo. chi mi vedrà vedrà solo la mia
scorza.
le
favole sognano gli umani, terminano i loro racconti dicendo “…e così come
nacque, un giorno morì, né felice né contento….” , le favole appena nate
sentendo i racconti si addormentano sognando la morte, cercando di
immaginarsela magari come una pallida dama vestita di bianco, con lunghi
capelli corvini e sottili mani scarne ed eleganti. nei loro sogni,
incontrandola, le dicono semplicemente “ciao, hai un bel vestito…” e Lei quasi
arrossisce, non tanto per il complimento quanto per la genuinità
dell’approccio. chi sogna la morte, chi sogna l’amore…
2 commenti:
Ma quanto scrivi bene!
è bellissimo, stamattina.. (ieri sera risotto al vino)
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