mercoledì 5 settembre 2012


la mia splendida dama ottocentesca è raggiante nella sua grazia e nel suo pallore. è nella stanza con me, a piedi nudi, il suo abito di un bianco che non appartiene a questo mondo. sono seduto sul pavimento, lei in piedi in un angolo della stanza, io scribacchio queste parole, ogni tanto sollevo lo sguardo che si perde oltre ogni confine del mondo, ogni tanto incontro i suoi occhi, neri, lucidi e profondi. e dolci. una dolcezza trascendentale, mi guarda come una bellissima e giovane madre guarderebbe la sua amatissima creatura. mi ha visto crescere, senza assillarmi non mi ha mai abbandonato, la sua presenza, il suo sguardo su di me è ciò che mi rende differente. Lei è un po’ una morte ma senza la falce, un po’ l’angelo custode della mia anima, una silenziosa consorte delicata e amorevole. quando esalerò l’ultimo respiro la sua mano lambirà la mia fronte gelata, le sorriderò e lei mi prenderà per mano, e non mi sentirò solo. gli umani saranno già distanti anni luce. sarò leggero e bellissimo e nessuno vedrà mai la mia bellezza. ora sono meravigliosamente, candidamente solo, la grazia della mia splendida dama è una silenziosa pioggia di petali bianchi, il suo sguardo mi dice che prima di sprofondare nel buio, stanotte, mi bacerà sulla fronte e terrà alla larga tutti gli stronzi ronzii di questo mondo. sono un fantasma, sogghigno pensando al nasino rosso e al cerone abbandonati per stanotte nella specchiera del mio bagno. sono solo, tendo la mano alla mia splendida dama ottocentesca…

Nessun commento: