mercoledì 5 settembre 2012


c’è qualcosa nel vento, stanotte. chissà da dove arriva e quante cose ha sorvolato prima di giungere qui. sento qualcosa, qualcosa di indefinitamente vivo, impalpabile, invisibile ma appena percettibile. forse una sensazione frutto della mia immaginazione, forse no. qualcosa di vivo aleggia nell’aria, stanotte, qualcosa di vivo che è stato morto, una rarefatta miscela di vivo e di morto. il cuore di ogni persona ha i suoi morti. anche se magari si tratta di persone che non sono neanche morte per davvero, semplicemente sono diventate sorde e mute, in una parola irrimediabilmente lontane.ognuno ha tastato con mano il feroce tocco di un addio. forse quelli più crudeli sono quelli non detti, non celebrati, quelli taciuti, fiammelle che lentamente perdono luce e calore e vita, smettono di danzare e muoiono.gli addii, come la morte, hanno il loro fascino.

1 commento:

tuttoilniente ha detto...

forse ero solo io felice dopo aver fatto l'esame....