Ci sono persone che nascono
nella bambagia, tra agiatezze, comodità e ricchezze, e la fortuna sembra non
abbandonarle mai per tutto il corso della vita. Io non faccio parte di questa
schiera ma, anche se non sono nato tra opulenze e benessere, amo la storia dei
miei sventurati genitori che mi misero al mondo: lui s’innamorò di
un’attricetta girovaga molto bella, priva di talento ma molto bella e il
pubblico se non altro la apprezzava per via della sua bellezza; lui, mio padre,
che di talento per la recitazione ne aveva ancora meno, decise di seguirla e
diventò anch’egli un attore girovago, e la sposò. Ben presto si trovarono a
girovagare come dei poveracci e praticamente, quando io avevo appena due anni,
morirono di fame e di stenti, praticamente morirono di miseria a poche
settimane di distanza l’uno dall’altra. Mi adottò poi un ricco mercante di nome
Allan, in seguito sposai mia cugina tredicenne Virginia, che dopo dieci anni
morì di tubercolosi. Dio, quanto amavo quella donna, nessun uomo ha mai amato
tanto una donna. La sua morte mi fece sprofondare in un cupo oceano di
sofferenza, dolore e desolazione e cominciai a bere molto, molto di più di
quanto già facessi. Una malinconia nera come il petrolio offuscò per sempre la
mia anima, come un velo intessuto di amarezza, disperazione e tormento. Scrissi
intingendo il pennino in quel calamaio che era la mia anima, colma di un
inchiostro scuro, denso di dolore e afflizione, dove non penetrava un solo raggio
di luce. L’alcol mi aiutava ad immergermi nelle mie fantasie intrise di un
infinito sconforto e venate di un’indomabile angoscia, e nell’ebbrezza alcolica
mantenevo prodigiosamente la lucidità per scrivere con un’esattezza limpida e metodica. Quando penso all’uomo medio,
accorto e misurato, oculato, previdente, parsimonioso, mite e moderato, ebbene
io ero l’esatto opposto. Ho vissuto nella miseria, trascinato da un’incessante
bufera di infelicità e mestizia, un corvo sferzato dal freddo di un inverno persistente
che è durato una vita intera.
2 commenti:
Anonimo
ha detto...
letto d'un fiato! quanti ricordi adolescenziali portati a galla...
2 commenti:
letto d'un fiato! quanti ricordi adolescenziali portati a galla...
Se guarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare in te...
Posta un commento