lunedì 24 dicembre 2012
Modigliani
Vi vedo dannarvi l’anima per
ammucchiare più cose possibili, una marea di persone che ammucchiano
freneticamente infischiandosene della propria anima, tralasciando la bellezza.
L’anima non sa che farsene delle cose che ammucchiate. Poco dopo la mia morte
vi siete messi ad ammucchiare anche i miei quadri, quelli che prima nessuno
sembrava vedere o apprezzare. Ma quando qualcuno sentenzia che una cosa ha
valore e deve essere acquistata, allora ecco che vi precipitate come un gregge
di pecore assetate che intravedono una fontana. La vita andrebbe vissuta
assaporando sensazioni, non accumulando oggetti. Chi concentra la propria
esistenza nelle proprie mani, alla fine atrofizza l’anima, quest’ultima si
rimpicciolisce e non riesce a vedere o sentire niente. Agli occhi di chi vive
così, io ho fatto sicuramente una vita di merda. In effetti ho patito la fame,
sperimentato la miseria in ogni sua sfumatura. Non che ci sia qualcosa di bello
in ciò, lo ammetto, però ho sempre cercato di essere libero, svincolato dalle
catene sociali. Un vero artista non lo si giudica dalle sue capacità
imprenditoriali, dal talento per vendere se stesso, così si dovrebbe giudicare
un commerciante. Un artista ha una sensibilità tagliente, una vista penetrante
e cerca di dar forma a ciò che vede. L’arte esamina, approfondisce e dà vita
alla bellezza. E la bellezza non è detto che sia sempre gradevole, di
bell’aspetto, rassicurante. Può essere violenta, angosciante, crudele,
spaventosa, agghiacciante. Molti, ancora oggi, mi trovano affascinante, io
credo che il fascino nasca dal desiderio inconscio di libertà, mi trovano
affascinante perché la loro anima, anche se sommessamente, grida la sua voglia
di libertà. Nella mia convulsa ricerca di libertà ho mandato all’aria un sacco
di cose, persino quella più preziosa, l’esasperato, smisurato amore della mia
Jeanne. Il suo amore per me non ha mai vacillato, la sua dedizione nei miei
confronti è la cosa più appassionata e commovente che sia esistita sulla Terra.
Ora riposiamo uno accanto all’altra, non come Paolo e Francesca però, che sono
travolti da un’incessante bufera, io e Jeanne siamo vicini, abbracciati,
finalmente sereni.
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2 commenti:
ooh...
sarebbe bello che per una volta si festeggiasse la scoperta della propria anima...ciò che davvero conta nella vita...tralasciando il superfluo, il subdolo, il materiale...ma ahimè questo non è un mondo ideale...festeggiate pecore...festeggiate
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