immaginate una stanza bianca, un hi-fi che
riproduce una musica di un piano che non conosce interferenze, luce gialla
morbida che distrattamente e mollemente tende all’arancio. nella stanza un
pagliaccio. un pagliaccio che si fa del male, scalfisce la sua scorza e lo fa
felicemente, lieto dell’assenza di spalti e pubblico e applausi da strappare per
contratto. un inferno gelido e bianco col silenzio di un piano che sospende il
tempo, la sua dannazione, la sua solitudine è confortevole in maniera
tagliente, un abbraccio dell’unico essere che non ha mai smesso di vederlo, fin
dalla nascita. sid e nancy e layne e modì jim e pam sono dilettanti. sotto i
riflettori ha l’energia per danzare, recitare, nel chiuso della sua stanza è un
meraviglioso rottame arrugginito. un meraviglioso. rottame. che si spalma
addosso tutta la ruggine del mondo. tutta la gente non sospetta nemmeno un
granello di quella ruggine celata sotto una spessa coltre di cerone bianco. una
campana in lontananza. sarà tempo di morire?
1 commento:
Forse sì. Anche qui.
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