solenne e sgrammaticato allo stesso tempo atom heart mother
dei floyd fluttua nella notte di questa stanza come milioni di microbollicine
senza peso. profumo di sandalo nell’aria, sapore di un discreto whisky nella
mia bocca. è una notte leggera, impalpabile anima a mezz’aria tra cosmo e
asfalto e cemento e strade desolate di una cittadina del cazzo che non ha
niente da raccontare. in questi giorni alcuni sms da parte dei miei cosiddetti
genitori che, per la cronaca, non mi vedono da diversi anni. comunicazioni di
servizio. l’unico legame che avverto con loro è il fatto di averli chiamati
genitori quando ero bambino. ma per la verità credo di essermi creato da solo,
sono nato dal nulla, spuntato nel mondo come un fungo nel sottobosco. e sono
sempre stato solo. anche se da subito ho cominciato a fare il pagliaccio, per
sopravvivere probabilmente. l’istinto di sopravvivenza ha preso le fattezze di
una manciata di cerone e di un nasino rosso. mimesi che va a braccetto con una
sana forma di schizofrenia. la solitudine porta sofferenza, dicono in molti.
per me è una forma che lambisce la perfezione. una protezione contro
l’inquinamento.
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