venerdì 13 giugno 2014

immagino di essere sbranato da una tigre, anche un leopardo va bene. e immagino che la belva rifiuti di affondare i suoi denti nelle mie viscere. non so se il suo rifiuto sia per me una cosa piacevole o meno. nella mia immaginazione quel rifiuto è indecifrabile. che significa che non so dargli un significato  o saprei dargliene un migliaio. vorrei che non addentasse i miei occhi, questo sì. immagino i miei occhi prima paludosi poi dotati di invisibili ali nere. per un attimo ricordano la luce poi s’illuminano loro stessi di una lussuria tutta astratta. poi si attorcigliano come una profezia che sposa il dolore. ora sono belli come due bellissime foglie appassite. chissà cosa pensano della luce gli occhi di un fiore appena sbocciato. forse hanno un orgasmo, chissà. 

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