immagino
di essere sbranato da una tigre, anche un leopardo va bene. e immagino che la
belva rifiuti di affondare i suoi denti nelle mie viscere. non so se il suo
rifiuto sia per me una cosa piacevole o meno. nella mia immaginazione quel
rifiuto è indecifrabile. che significa che non so dargli un significato o saprei dargliene un migliaio. vorrei che
non addentasse i miei occhi, questo sì. immagino i miei occhi prima paludosi
poi dotati di invisibili ali nere. per un attimo ricordano la luce poi
s’illuminano loro stessi di una lussuria tutta astratta. poi si attorcigliano
come una profezia che sposa il dolore. ora sono belli come due bellissime
foglie appassite. chissà cosa pensano della luce gli occhi di un fiore appena
sbocciato. forse hanno un orgasmo, chissà.
Nessun commento:
Posta un commento