sofficemente sveglio nel cuore della notte, a
deporre parole e incenerire sensazioni, una piccola forma di pazzia agli occhi
di chi vive incollato ad orari più consoni ad una vita ordinaria e priva di
immateriali trincee dell’anima. nella quiete della notte c’è una tranquillità
che bisogna saper leggere. la fantasia è un cielo senza luce e l’atterraggio
una fine che non si ha voglia di vedere. lo scambio di parole tra persone,
credo si chiami socializzare, ora più che mai è qualcosa di semplicemente
inutile e fastidioso. vado su e giù sull’altalena della mia nostalgia. sono il
vento che accarezza un bosco notturno, un fumo come fiume che espandendosi
lambisce ogni anfratto nascosto dipinto dalle trasparenze degli abissi dei
sogni.
delle volte sono così vacuo…mi pungo mi graffio e
in un battito di ciglia il mio corpo incontra i miei pensieri, s’incontrano
manco a dirlo nel mio bosco interiore. un bosco pieno di buio e solitudine. le
cose più belle hanno un profondo cuore di solitudine. è nel dolore e nella
solitudine che le persone sfoderano la loro grazia.
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