domenica 14 giugno 2015

sofficemente sveglio nel cuore della notte, a deporre parole e incenerire sensazioni, una piccola forma di pazzia agli occhi di chi vive incollato ad orari più consoni ad una vita ordinaria e priva di immateriali trincee dell’anima. nella quiete della notte c’è una tranquillità che bisogna saper leggere. la fantasia è un cielo senza luce e l’atterraggio una fine che non si ha voglia di vedere. lo scambio di parole tra persone, credo si chiami socializzare, ora più che mai è qualcosa di semplicemente inutile e fastidioso. vado su e giù sull’altalena della mia nostalgia. sono il vento che accarezza un bosco notturno, un fumo come fiume che espandendosi lambisce ogni anfratto nascosto dipinto dalle trasparenze degli abissi dei sogni.

delle volte sono così vacuo…mi pungo mi graffio e in un battito di ciglia il mio corpo incontra i miei pensieri, s’incontrano manco a dirlo nel mio bosco interiore. un bosco pieno di buio e solitudine. le cose più belle hanno un profondo cuore di solitudine. è nel dolore e nella solitudine che le persone sfoderano la loro grazia. 

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