il balcone della mia casetta, una notte stanca di parole,
aggrappato alla mia sigaretta guardo quel lampioncino che è un lumino disegnato
da un tratto di matita in una strada lambita da una pioggerellina che ascolta
gli addii che si consumano in una notte come questa. ciò che vedo dalla mia
finestra è un bellissimo mare privo di sole e schiamazzi, è un lampioncino che
nel suo piccolo rischiara un ritaglio d’infinito, una luce che pesa come il
suono di un flauto che consola come un tremolante bacio trasparente. una luce
sofferente che è un bicchiere che ti accompagna fino al mattino. l’oscurità è
pazzia e quel lampioncino è una confidenza che allevia ogni patimento, quel
lampioncino prende a braccetto la mia anima e la conduce verso un’isola
agognata dove la ragione ebbra di rugiada si addormenta come un fiore in aperta
campagna. quel lampioncino mi sorride e ci scambiamo incomprensioni, mi dice
che stanotte, adesso, vorrebbe sposare il mio sguardo. sono una brezza che
s’innamora di un pallore visto mai.
Nessun commento:
Posta un commento