mercoledì 10 giugno 2015

il balcone della mia casetta, una notte stanca di parole, aggrappato alla mia sigaretta guardo quel lampioncino che è un lumino disegnato da un tratto di matita in una strada lambita da una pioggerellina che ascolta gli addii che si consumano in una notte come questa. ciò che vedo dalla mia finestra è un bellissimo mare privo di sole e schiamazzi, è un lampioncino che nel suo piccolo rischiara un ritaglio d’infinito, una luce che pesa come il suono di un flauto che consola come un tremolante bacio trasparente. una luce sofferente che è un bicchiere che ti accompagna fino al mattino. l’oscurità è pazzia e quel lampioncino è una confidenza che allevia ogni patimento, quel lampioncino prende a braccetto la mia anima e la conduce verso un’isola agognata dove la ragione ebbra di rugiada si addormenta come un fiore in aperta campagna. quel lampioncino mi sorride e ci scambiamo incomprensioni, mi dice che stanotte, adesso, vorrebbe sposare il mio sguardo. sono una brezza che s’innamora di un pallore visto mai. 

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