la mia mente è un diavolo con un martello in mano. vivere
con una dolce sonnolenza addosso adesso lo trovo celestiale. sono uno
sconosciuto che vaga tra i morti che hanno sempre l’ombrello chiuso. perché
scrivo queste cose? perché il mio disordine, il mio turbamento hanno voglia di
piangere. la mia anima appiccica il naso alla vetrina nera come una campana
annerita da un incendio simile al rantolo musicale di un sacerdote rovesciato.
perché scrivo queste cose? perché scriverle è una droga deliziosamente vuota e
selvaggia e privarmene mi provocherebbe una scomoda nausea di seta. le carezze
criminali dei rumori mi sfiorano il collo ricordandomi i lontani sussurri della
morte. una vita anemica è un’esistenza senza guerra per un guerriero. vorrei
essere più confuso per meglio apprezzare l’ombra in cui accartocciarmi come una
spirale di puro smarrimento.
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