giovedì 28 gennaio 2016


un eccentrico e strampalato festino la mia notte, sangue zampillante dalle mie profonde ferite, conturbante musica diabolica, chimici colori volteggianti festosamente, i miei lupi che si aggirano liberi e famelici, fuoco che azzanna e consuma istanti di vita mentale...
 
giocherello con la mia carne colorandola e trafiggendola con meravigliosa, superba e tragica maestria, gioco a sacrificarmi nel nome di un cammello, di un autista di tram, di un pescivendolo, di un brindisi festaiolo, di una foglia che cade, di un bambino che si sbuccia un ginocchio... il mondo è una semplice scintilla del mio fastoso e notturno festino privato...qui non c'è spazio per i contabili, per le scadenze, per gli obblighi del giorno... queste le feste che amo, da solo, nel cuore delle mie  sconsigliabili notti viziose... più che mai Io, più che mai ilbattelloebbro... ....

venerdì 22 gennaio 2016


la terra ha bisogno del mio sangue per continuare a girare su se stessa, una folle e sconsiderata stupidaggine che mi piace animare in questa mia notte dal sapore terribilmente dorato e occulto… sono un nottambulo falco d’argento che volteggia tra le ceneri di una musica fatta di rocce e lascivi sorrisi arrugginiti… il ritmo della mia quiete è un nulla che sibila nel deserto di una morte che sa di mattino…

domenica 17 gennaio 2016


… a un certo punto svolti l’angolo e alle tue spalle non c’è più nessuno… come diceva il poeta “la morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto”...

 

mercoledì 13 gennaio 2016


andato via. elegantissimo alieno e pagliaccio. ti ascolto, e come sempre quando ti ascolto in piena notte, da solo, nelle mie notti così mie, ti sento così familiare. e lo dice uno che generalmente non avverte familiarità con le persone. cristosanto, quante volte avrò sentito la tua voce? che cretinata scrivere come se ti parlassi. ma odio sforzarmi e ora mi va di fare così. cristo, quante volte avrò sentito la tua voce? ah, l’ho già scritto. che maestro sei stato nell’arte di indossare maschere. hai attraversato la vita lasciando una scia di un sacco di cose. è possibile sentire un vuoto quando chi se ne va nemmeno lo conosci? ma io ti ho sentito tante di quelle volte, in tante di quelle notti. la tua voce è un pallido respiro nella notte, la tua voce non tramonterà mai, con la tua voce ho innalzato castelli di immagini impalpabili che, al sorgere del sole, si scioglievano come un amore sognato. ti vedo camminare scalzo, vestito di bianco, alle tue spalle lasci una traccia fatta di scorie di questo mondo, ti seguo con lo sguardo, senza muovermi. tutt’attorno non ci sono muri, non esistono neanche le parole, il linguaggio è finalmente un mare più bello di qualsiasi piumaggio. non ti dico ciao e nemmeno buon viaggio. niente muri, niente fuochi, niente asfalto acciaio cristalli specchi, niente nomi. solo bianco, solo mare. ti seguo con lo sguardo accennando uno stralcio di sorriso.

venerdì 1 gennaio 2016


… bellezza… semplice pura bellezza… me ne sto qui, davanti a questa pagina…a specchiarmi in essa… nel pieno cuore della notte, lontano dalle coste, dai porti… questa è la mia nave, lontano da tutto… l’universo immobile dietro un vetro in silenzio canta un vortice di vuoto…