jazz notte l’anima seduta sul pavimento che si abbraccia le
ginocchia un’impalpabile vena sregolata e peccaminosa io un po’ di jazz niente-circo-domani
una notte e niente più. ieri ho trascorso il pomeriggio in compagnia del signor
jorge luis borges peccato sia morto di poche persone posso dire altrettanto una
persona così viva nel mondo delizia gli animi smaniosi di parole ricamate e sapientemente
intrecciate da una meravigliosa immaginazione letteraria. vivete fate sentire
la vostra voce viaggiate incontrate persone dicono gli spot televisivi. io trovo
impagabile una notte solitaria come questa trascorsa a scribacchiare queste
inutili parole che mentre volteggiano dalla mente allo schermo allietano il mio
tempo come incantevoli carezze interiori.
notti come questa sono una tavola apparecchiata senza pietanze che
mi accoglie col beneficio dell’assenza del tempo e dell’utilità mi sfiora il
pensiero di macchiare la tovaglia col rosso delle mie vene mentre guardo dall’alto
come su un micro aeroplano che sfiora il soffitto senza alcuna intenzione di
planare.
chiuso nella mia stanza mi sento libero come un cane randagio che
scorrazza tra le stradicciole umide di una città popolata di spettri e
illuminata dalla luna e dai lampioncini ottocenteschi. bella la sensazione di
vomitare senza i contorcimenti viscerali e l’emissione di nauseabonde sostanze
grumose parzialmente digerite. la bocca della mia anima medita guerre e pianti
e intimi terrazzini coloriti come tramonti di un vino che ha dimenticato il
senso dell’esistenza.