la
notte è fonda, il buio denso e pregno di pastose contorsioni
mentali, ci penso un po' poi mi siedo sul letto tanto so che mi si è
acceso l'interruttore e di continuare a dormire o stare al buio non
se ne parla, devo stare all'aria come uno straccio bagnato che vuole
asciugarsi, il mio abatjour (perchè diavolo abbiamo smesso di
chiamarlo paralume?) è l'unica fiammella accesa nel raggio di
migliaia di chilometri, lo schermo m'illumina la faccia con la sua
luce di metallo, quando gira così non c'è una pagina, un film, un
posto in cui stare, c'è solo da galleggiare come una bollicina
solitaria nell'immenso dell'oceano nero. sono più morbido e pacato
del solito, non ci sono lupi nei paraggi, solo minuti da far scorrere
come in una silenziosa danza, sorrido al pensiero che in questo
momento ci sono solo io, accarezzo l'idea di lasciarmi cadere, di
dondolare, di dileggiare le lancette dell'orologio che sussurrano
appese alla parete, accarezzo l'idea di andare al largo verso
l'orizzonte così nero che non dice nulla. non ho voglia di parlare
nè di sognare, voglio solo far volteggiare qualche fiaccola sopra il
buio di questo mio mare cerebrale, mi chiudo a chiave nella mia
stanza mentale per scappare via lontano, non ho voglia di alzarmi ma
immagino di guardare i miei occhi allo specchio, due ceri accesi che
si prendono gioco dell'intero mondo che dorme... ...
lunedì 29 gennaio 2018
venerdì 26 gennaio 2018
ci
sono giorni in cui non riesco a non pensare al... ehm al significato
della vita. lo so, suona terribilmente stupido e banale oppure troppo
intenso e trascendentale. però in quei giorni quel pensiero appare,
finge di allontanarsi, magari va a fare un riposino poi torna e così
per tutto il giorno. non si tratta di porsi una domanda, quale sia il
senso della vita, e di darsi una risposta. si tratta di affacciarsi
sull'orlo di un precipizio, guardare l'abisso, avere le vertigini,
spaventarsi e angosciarsi, ferirsi un po', cercare riparo in uno
strano menefreghismo non tanto per trovare conforto quanto per
trovare una scorciatoia. detto così sembra quasi un candido
giochino, un frivolo passatempo, una sciocca passeggiata.
giovedì 18 gennaio 2018
che
voglia di congelarmi per un milione di secoli. non morirò giovane, è
un pensierò che si affaccia nella finestra del mio cervello. i morti
che mi trasmettono sentimenti sono tutti belli, intelligenti e
impertinenti. le mie ossa vomitano sulle strade dell'universo. sto
bene perchè in questo momento, della tristezza di dover
sopravvivere, m'importa niente. qualche colore da mescolare, parole
da sputare, solitudine da accarezzare. il mio festino stanotte è
volto a irridere la vita. dare fiato alla mia vocazione naturale.
sono stupido e molto intelligente e adoro fare sposare le due cose.
quanto amo sentirmi pazzo e poter gridare come un deficiente. vado a
guardare i miei occhi, ci vedo universi e galassie e, mentri li
guardo, amo il pensiero di essere rinchiuso in questa mia stanza.
guardo i miei occhi e mi dico ti amo.
martedì 9 gennaio 2018
Iscriviti a:
Post (Atom)